sabato 24 settembre 2016

IL RICORDO DEL 9

Salvatore Lanno apre il suo piccolo romanzo con la poesia di Kirk Kilgour, losangelesino campione di volley in USA e in Italia, che, a seguito di una caduta da un attrezzo ginnico, restò tetraplegico, dandosi poi all'incoraggiamento verso i possessori di handicap. Kilgour la recitò davanti a Papa Giovanni Paolo II, dalla sua sedia a rotelle, in Piazza San Pietro a Roma al Giubileo degli Ammalati. 

Molto dolce e remissiva, è le preghiera di un uomo che si rivolge a Dio con suppliche che non verranno mai soddisfatte, ricevendo invece solo difficoltà, a tal punto da rendermi inviso ciò che mi sto accingendo a leggere. Da credente cattolica e praticante quale fui fin dalla prima infanzia, oggi so che se esistesse un qualunque dio, non soddisferebbe i nostri bisogni, se non quelli del bisogno paternalistico di chiedere la felicità nostra ad altri. Tuttavia, il libro parzialmente autobiografico di Salvatore Lanno è percorso dal fremito della fede cattolica con forte convinzione in così tante parti da rendermelo accetto e proseguo la lettura.

L'autore ci dipinge i paesaggi bucolici che appartengono alla sua adolescenza di bravo ragazzo, durante l'anno impegnato a fondo nella scuola e nella musica, in settembre vendemmiatore per racimolare qualche soldino. Ma un certo giorno, il 9/9/'999, subisce due traumi contemporaneamente che lo segneranno per il resto della vita, nell'anima più che nel corpo, da qui il titolo del piccolo romanzo. Con stile letterario tanto semplice da sembrare perfino dimesso, Lanno ci racconta le difficoltà post traumatiche del recupero sia psico fisico, che scolastico che quello musicale, facendo della sofferenza una nuova ricchezza interiore, imparando il vero valore della vita. Recupera l'anno scolastico che sembrava ormai perso, la passione per la musica gli consente di ricominciare quasi daccapo, diventa volontario del 118. Mi piacciono i personaggi resilienti e Lanno lo è. Però gli resta l'amarezza di un lutto che la fede cattolica non gli permette di raddolcire.

A Lanno tiro le orecchie per non aver inserito il suo libro su GoodReads, dove avrei pubblicato volentieri la presente recensione. 

Consigliato a chi ha subito una perdita, propria o altrui, ai nostalgici della campagna siciliana anni '90, a chi crede che abbiamo ancora dei valori da sostenere per se stessi e gli altri.


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