martedì 24 maggio 2016

TELE DI RAGNO

Non tutte le ciambelle escono col buco, il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Mi potrei sprecare in luoghi comuni, pur di non affrontare l'argomento TELE DI RAGNO. Del resto, sarebbe quantomeno inverosimile se tutto ciò che leggo, mi piacesse. 

Stavolta no. Mi spiace per l'autrice, che molto carinamente mi ha inviato il suo libro, ma ho notato fin dalle prime pagine come la mia capacità di lettura veloce fosse incompatibile con la sua opera. Ho dedotto subito ci fosse qualche problema, pur essendo gradevole la scrittura. Sono arrivata alla pagina 41 e io, che mi faccio pregio di finire qualsiasi cosa, stavolta sento distintamente che non ce la posso fare. Penso che un diritto inalienabile del lettore sia poter interrompere la lettura di un libro.

La prima storia riguarda il bullismo delle ragazze adolescenti. L'inizio non è male. Ma poi finisce in nulla. I racconti a seguire, le déluge.

Troppa farraginosità all'interno delle singole storie, troppa incongruenza tra le storie stesse, non si capisce dove voglia andare a parare l'opera nel complesso.

Auspico che la volenterosa autrice Annarosa Tonin riprenda il tema del bullismo e ci si dedichi interamente, sviluppando non solo i personaggi, già ben delineati, ma soprattutto il plot, che abbia un capo, una coda, un colpo di scena. A volte, rispolverare l'antica tecnica strutturale di scrittura può servire.

Consigliato a farraginosi annoiati per annoiarsi di più.

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