giovedì 17 agosto 2017

IL GRADO ZERO DELLA BUONA EDUCAZIONE

Già il titolo della silloge di Francesca Tini Brunozzi ne lascia intuire il livello di complessità. Di Francesca se ne riconosce subito la formazione, l'esperienza culturale (da Tien t'ai a Sant'Agostino, da Dante a Tarantino, più alcune serie di correspondences di baudelairiana memoria) e lavorativa (fisica Quello che ci importa a noi … Le voglie che ci bruciano a noi … A te ti piace comandare ...) appoggiate qua e là, quasi a voler rendere più autentico il resto, fino ad arrivare a veri e propri attorcigliamenti su se stessi, che in linguaggio contemporaneo qualcuno li definirebbe loop, (uno a caso: … un tempo / lontano ma non troppo si diceva di due persone / innamorate si parlano o si parlano insieme / Insieme diventa importante dire che insieme / si parlano due persone ché se si parlano e solo / parlano forse è che a se stessi essi parlano solo. Dalla poesia: NELL'ARCO TEMPORALE DI DUE LUNE SOLE) che conferiscono al lettore l'impressione di un empatico senso di incompiutezza. Le più volte citate Chimera d'Arezzo ed Erato a questo punto non interessa nemmeno più sapere chi siano.
applicata, soprattutto), di conseguenza le si perdonano certe formulazioni similerrori grammaticali (

Io che sono tanto pistina da arrivare a leggere persino i ringraziamenti, noto che la Poeta precisa l'arco temporale durante il quale ha compilato la silloge, arco che si riflette nella sequenza delle poesie, quasi a voler narrare un amore di quella stessa durata. Arco che si riflette anche nella reiterazione del titolo, in almeno tre punti strutturali della silloge. All'inizio (la scoperta di un amore) a metà (il punto della situazione), alla fine (chiusura dell'amore stesso).

Ma sono due gli elementi della scrittura della Tini Brunozzi a farmela sentire vicina. I frequenti riferimenti al buddismo di Nichiren Daishonin (intellettualmente divertente rinvenire le citazioni degli insegnamenti del Sutra del Loto) e un motto La mente mente che sembra preso in prestito dal mio La mente, mente. Il corpo non mente, da lei scritto in tempi non sospetti, perché ancora non sapevamo l'una dell'esistenza dell'altra. Ma ormai è risaputo, persino ai non buddisti: il caso non esiste.

Consigliato a lettori che vogliono tenere allenate le sinapsi, rinverdire le loro conoscenze letterarie, filosofiche, bibliche e cinematografiche, agli estimatori della poesia ermetica. A chi cerca una poesia d'amore che finalmente non faccia rima con cuore.

mercoledì 2 agosto 2017

TANTO VALE SCRIVERE

Premettendo che di norma amo poesia ermetica alla Ungaretti, mi trovo costretta ad ammettere di aver subito amato la poetica di Patrizia Argentino, anche se di immediata e semplice lettura, per l'alto tasso di ironia ivi contenuta, forse perché il mio stesso stile creativo lo è (scrissi come Ghost Writer nel cinema cose comiche ed autoironiche, anche per Carlo Verdone). 

Amando parafrasare qualcuno di più importante di me, l'ironia salverà il mondo. In quarta di copertina, Patrizia afferma di avere la “Convinzione che l'ironia salvi la vita”. Direi che siamo allineate. Un verso su tutti per riassumere l'ironia sparpagliata in ogni sua poesia, questo in particolare rivolgendosi a L'ASPIRAPOLVERE:

A dirla tutta
ti avrei già sposato
ma qui in Italia stiamo
ancora indietro.”


Conosco Patrizia di persona a Torino, nella Libreria Belgravia, di Luca Nicolotti, dove l'ottimo Max Ponte (poeta non ancora recensito, ma che stimo da quando la prima volta mi proposi ad un poetry slam dove conduceva assieme a Bruno Rullo) presenta alcune poete, tra cui lei. Patrizia ne legge alcune, forse incerta nell'esposizione, ma non nella trasmissione del sentimento che le ha generate. La prima che mi colpisce è

ASSOLO
Un battito di ciglia
e mi ritrovo a mezz'aria
ad acchiappare col retino
le farfalle nello stomaco,
note di uno spartito
che non so ancora decifrare.
Mi adagio ma non troppo
sul pensiero di te,
ché non mi si accusi
di troppa vicinanza,
né di indiscrezione.
Vorrei trovare l'andamento
per tenere il tuo tempo,
ma il mio cuore
batte già vivace con brio
e aritmie diffuse.
Forse,
più che di un pentagramma,
avrei bisogno
di un elettrocardiogramma,
magari urgente.
Ma è tardi e ti vedo arrivare
dall'altra parte della strada.
Bello come un sol diesis.
Metto da parte l'ipocondria
e ti accolgo con un sorriso allegro,
che poi smorzo in allegretto,
100-110 battiti al minuto,
mica noccioline.
Stavolta,
sono sicura,
che al primo bacio
oltre l'extrasistole partiranno i violini.

Amo la musica a tal punto da essermi ispiratrice, quando creo. Conosco svariati autori e poeti che pur di trovare l'ispirazione, si fanno di alcool, di erba, di pere, di coca. Io mi faccio di musica. Scopro piacevolmente che anche Patrizia è amante della musica. Dal titolo in poi, ASSOLO è un continuo riferimento ad andamenti musicali - note di uno spartito, Vorrei trovare l'andamento
per tenere il tuo tempo, Mi adagio ma non troppo, più che di un pentagramma, Bello come un sol diesis, smorzo in allegretto, 100-110 battiti al minuto, partiranno i violini.

Ah, la bellezza della musica comparata all'Amore mi estasia.
Ma il riferimento al sol diesis, che in musica corrisponde a determinati sentimenti, è premonitore di qualcosa che sta per arrivare. Anzi, è già contenuto nel titolo, sintomatico di gioia non condivisa.

L'impressione che la Argentino sia accompagnata dalla musica nella vita, balza all'occhio qua e là, in molti dei suoi componimenti. Fa riferimento a Loretta Goggi, Jannacci, Cohen, Endrigo, Vecchioni, Nannini, Zero, Afterhours, De Andrè, Battisti, O Bella Ciao, Salaga Doola Menciga Boola, persino Lo Zecchino d'Oro. Divertitente scovarli.


Consigliato a chi ama la poesia spiattellata e facile, che però faccia sorridere e riflettere con la punta di lucida amarezza della realtà.