giovedì 21 settembre 2017

IL CLITORIDE CATARO

Prima di accingermi alla scrittura della recensione de IL CLITORIDE CATARO di Leda Gheriglio, ne controllo il significato sul vocabolario, in quanto ricordavo i catari fosse una setta medievale di eretici. Infatti:
càtaro s. m. e agg. [dal lat. mediev. catharus, gr. καϑαρός «puro»]. – Appartenente alla setta dei catari, nome col quale sono comunem. indicati gli eretici dualisti medievali (detti anche albigesi, manichei, publicani o pauliciani, ariani, bulgari, bogomili, ecc. e, in Italia, patarini), diffusi soprattutto nella Francia settentr. e merid. nel sec. 13°, i quali, in polemica con la Chiesa, predicavano un rinnovamento morale fondato sull’antitesi tra bene e male, spirito e materia, e su un esasperato ascetismo (condanna del matrimonio, della procreazione, della proprietà privata, della guerra, ecc.). Come agg., dei catari, relativo ai catari: l’eresia catara.

Non avevo torto: dal titolo, mi aspettavo di leggere una dotta porcellata tra eretici. Tutt'altro, si parla di “purezza” come dall'etimologia greca, ma in antitesi perfetta. Un ossimoro sessual letterario. Contrariamente a come procedo di norma, restando ignara di ciò che sto per leggere, stavolta sapevo dall'editore stesso, Daniele Aiolfi, che avrei letto di incesto, masturbazione, lesbismo, BDSM, meretricio, parafilie, umiliazione, fedifraghi. Parole che soltanto a fine lettura, ho scoperto quanto fossero vuote di significato, prima. L'autrice tratta con tale familiarità temi quanto meno insoliti (non giudico, il giudizio appartiene solo a dio – ammesso che esista) a tal punto da ingenerare nel lettore il sospetto che li abbia vissuti in prima persona.

La narrazione è nettamente suddivisa in due parti. La seconda inizia con il titolo ANDREA ed è meno forte della prima. La prima incarna tutto ciò che i benpensanti marchierebbero come qualcosa più di “anomalo, blasfemo, irriverente, fetish, anormale, disumano, condannabile, infernale” che possa accadere in una coppia di sorelline, Diana 7 anni, Enrica, neonata. Pur prendendone le distanze, l'ho messo tra virgolette perché non lo penso io, ma ho provato a mettermi nei panni della cultura più comunemente accetta nello stato come che ospita il Vaticano. Linguaggio e costruzioni lessicali sono dotte, mantengono la promessa del titolo. Non anticipo altro, per non rovinare l'effetto sorpresa ai lettori.

Consigliato a esploratori di sesso insolito, a casalinghe annoiate che credono ancora nel Principe Azzurro, ai Principi Azzurri che credono ancora nelle Cenerentole e Belle Addormentate. La vita vera è ben altro.

1 commento:

  1. wow che recensione, ringrazio non solo per la positività, ma perché è stato colto il senso di questa mirabile opera letteraria che s'io fossi un grande editore e potessi diffondere capillarmente, avrebbe già suscitato un acceso dibattito. Ancora oggi, a 64 anni, dopo 5 come editore di narrativa erotica, mi sorprendo di come una cosa bella e naturale come il sesso, spaventi ancora molte persone. Grazie

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