lunedì 23 ottobre 2017

FRAMMENTO DI NOI

Raduno qui tre recensioni passatemi da LETTERE ANIMATE solo perché le prime due sono immeritevoli. Eppure, la home del sito recita: “La nostra mission è quella di ricercare, valorizzare e diffondere le migliorie storie in grado di emozionarti.” Nobilissima mission, peccato sia disattesa da due romanzi su tre. 

LOST MEMORIES – RICORDI PERDUTI di Sergio Serra

Fin dalle prime righe si può intuire se un romanzo è ben scritto, se ha una gradevole selezione lessicale, se un'avvincente costruzione di avvicendamenti, senza prendere in considerazione ciò che di personale può avere un autore per esempio nella lunghezza dei periodi (non c'è preferenza per corto o lungo, nel giornalismo di preferisce il corto, nella saggistica il lungo, nella scrittura cinematografica e nella narrativa il corto perché più incisivo. Tuttavia Proust ne scrisse di lunghissimi e pure contorti, inaugurando quello stile improntato al flusso di coscienza che Joyce assumerà a tratto distintivo). Quindi sono aperta a tutto, tranne che alla mancanza di eleganza. E LOST MEMORIES ne è un rappresentante, specie se l'autore per esprimere un concetto, lo ripete diverse volte nell'arco di poche righe. A mero esempio, il concetto di essere titubante nel non voler disturbare qualcuno, è ribadito in tante noiose salse:

Sono titubante, potrei disturbarlo. Lui è con la sua famiglia e potrei dare fastidio. Saranno a tavola davanti a un bel pasto fumante con la tv accesa che mangiano, mentre ridono e scherzano della giornata che ognuno di loro ha passato. La mia presenza bloccherebbe quell'entusiasmo confidenziale e l'attenzione si concentrerebbe su di me. Sicuramente mi accoglierebbero con facce sorridenti anche se credo che quel sorriso sarebbe solo una facciata per nascondere in realtà il loro disappunto di avermi tra i piedi.”

Il tutto conferisce un'aura un poco inceppante alla narrazione.
Subendo l'ennesimo esercizio di riavermi dalla noia e dalla mancanza di eleganza, arrivata alla pagina 57 esercito il mio diritto di lettrice sancito dall'eccelso Daniel Pennac di abbandonare il libro al suo tristo destino. Passo al successivo.

SOTTO LE SABBIE DI MARTE di Riccardo Cavalleri

Sono anni che vorrei sperimentare le mie capacità narrative in un genere che amai tantissimo durante l'infanzia e l'adolescenza, specie in cinematografia: la fantascienza. Così, se mi capita di imbattermi in un titolo che vi allude, lo leggo volentieri per formarmi, per imparare. Mi sono da anni prefissata l'obiettivo di leggere la saga DUNE dell'eccelso Franck Herbert, visto dapprima al cinema, e più ancora il suo LITANIA CONTRO LA PAURA, che, mi dice una voce autorevole, pare “sia al di là di qualsiasi altro romanzo di fantascienza abbia letto.”

Ehi ehi un momento” lo interruppe Roberto “Cosa ne sa lei del mio computer e di quello che facciamo?”
Smith fece una faccia annoiata “signori sono della CIA … Vi devo spiegare tutto? Quando è entrato nel database della nostra agenzia … ah e le assicuro che ci sono state delle oscillazioni nel nostro sistema in questi giorni, non penserà certo che un professore e un hacker da quattro soldi possano violare volontariamente le nostre difese … Comunque in un modo o nell'altro ha avuto accesso, ripeto, grazie a problemi nostri non ad abilità vostre ...”

Dalla fantascienza mi aspetto tecnicismi precisi e puntuali alla Jules Verne e alla Isaac Asimov, oppure visioni deliranti alla Philip D. Dick, non raffazzonate affermazioni come quella sopra esplicitata. Arrivo alla pagina 44 ed esercito il mio sacro diritto di lettrice. Bye Bye, libro dal tristo destino.

FRAMMENTO DI NOI di Julia B. Williams


Il terzo romanzo invece è del genere erotico, con una bella copertina ammiccante e non volgare, narra dei normali avvicendamenti tra coppie, tra nuove e vecchie conoscenze, amori emergenti, sposalizi e suocere arpie, introducendoci una protagonista dall'aspetto gradevole con i capelli rossi e ribelli, non necessariamente dai canoni classici della bellezza, ma intrigante per sfacciataggine, schiettezza, impulsività, spigliatezza, poliglottismo e sulle prime in cerca di lavoro. La narrazione si apre infatti sul suo colloquio: “La donna che mi stava di fronte scorreva il dito sul mio curriculum vitae; sembrava molto interessata a cosa non avrei saputo dirle.” Dire, non DIRLE, il che mi accende un primo campanello d'allarme sulla qualità dell'Editor. Poco dopo un secondo campanello: “... l'unico componente di quella famiglia che apprezzassi, apparte l'uomo che avevo davanti.” Apparte? Un neologismo che temo l'Accademia della Crusca non approverebbe. FAPPARTE di quei neologismi come sennò, avvolte e via sba(DI)gliando. Amerei leggere un romanzo erotico esente da queste sciocchezze. Come IL CLITORIDE CATARO nessuno mai. O chissà, forse il mio, anche se al momento pare non si tratterà di un libro nel senso classico del termine.

La punta del pene sbatteva contro la parete dell'utero. Ci sono donne che soffrono quando queste due parti vengono a contatto. L'unica cosa che suscitava in me era piacere, piacere, piacere. Gli affondi divennero svelti. Sapevo che si stava avvicinando all'orgasmo. Negli anni avevo imparato a riconoscerne il ritmo. Mi strinse i seni aggrappandosi con tutto se stesso. Uscì un attimo prima che il getto di liquido seminale mi schizzasse nel ventre, ebbi l'impressione che si rilassasse completamente; un debole gemito gli uscì dalle labbra. Non so da quale parte del completo tirò fuori un pacchetto di fazzoletti umidificati. Si dedicò prima a me che a lui, attento mi sollevò i jeans risistemandomi la maglietta.” A parte certe definizioni anatomiche che sembrano più vicine ad un poco elegante manuale di ginecologia che non a un romanzo erotico, finalmente un'autrice pornografica dalla parte dei gusti delle donne.

Si susseguono svariate scene di sesso, con un senso spiccato dell'erotismo al femminile. Senza riportarle singolarmente, avverto azzeccata questa descrizione dello spegnimento cerebrale e del cedimento dei sensi. In questo caso,durante il delicato momento del tradimento:
La parte sensata di me si era presa una pausa. Ero nella merda. Tutto ciò che volevo in quel momento era che mi toccasse come non avrebbe dovuto.”
o ancora: “La colpa mi vestì come fosse stata visibile.”
Questa scrittrice sa esattamente cosa succede in una donna che tradisce e lo conferma anche quando descrive le sensazioni della tradita.
Roma e Firenze sono due luoghi da sogno, “esotici” nel miglior senso letterario.
Al primo terzo dello script, il primo colpo di scena. Con uno stratagemma legato a Firenze, il fedifrago Adriano conquista una notte d'amore con la fedifraga Greta.

Scesi le coppe del reggiseno.” Un inusuale transitivo per un verbo intransitivo. Controllo su LA CRUSCA che, nell'analisi della modalità transitiva per verbi intransitivi (scendere, salire, uscire, entrare), mi dà conferma dell'errore: “La posizione dei lessicografi contemporanei nonlascia dubbi: per quanto di impiego tanto rilevante da essereregistrato (pur con le differenze segnalate), nessuno di questi usiviene "promosso" al livello della lingua comune.”

Sapevo che era troppo presto, non avrei dovuto essere tanto impaziente se desideravo che ricordasse quella notte per tutta la vita.” A pensare qui è un uomo, ma con pensieri da donna.
Credevo che la forza delle sue spinte mi avrebbe fatta strillare di dolore, ma il copro non la pensava allo stesso modo. Non ero mai stata trattata così, la violenza con la quale mi fotteva era talmente eccitante da farmi vergognare di ciò che provavo.”

Intrigante lo stratagemma di far raccontare lo stesso episodio da più voci parallele, così che il lettore possa farsene un'idea circolare da diverse prospettive. Mentre le scene di sesso tra fedifraghi sembrano piene di passione, quelle di sfogo invece sono avvilenti.

All'ennesima difficoltà da Editor (un “si” senza l'opportuno accento), smetto di prenderne nota e proseguo la lettura.

C'è un netto cambio di registro. Adriano tradisce per tutto il viaggio di nozze la sua mogliettina australiana, rendendosi conto di aver sbagliato a sposarla, costretto tuttavia da un fantomatico ricatto, che il lettore può solo sospettare e che mai si palesa. Greta lascia il fidanzato storico proprio mentre lui le chiede di sposarla di fronte ai genitori. Dal momento in cui i due fedifraghi si abbandonano, la storia vira verso l'auto-realizzazione della protagonista, che raggiunge in Irlanda il nonno, rude lupo di mare da una vita. Greta accetta la sua nuova vita con impegno e dedizione, per la prima volta sale su un peschereccio e diventa unica pescatora donna di un equipaggio di soli uomini. In Irlanda pare che la donna in barca porti sfortuna, ma Greta e suo nonno e l'equipaggio tutto sfidano la sorte, portando a casa un grosso bottino di pesca.
Adriano abbandona la mogliettina australiana, ottiene dal datore di lavoro l'aspettativa di un anno e cerca di raggiungere Greta in Irlanda.

Greta si lascia talvolta travolgere dal ricordo di Adriano. Si direbbe non sia il ricordo di un amore, ma di una passione di pelle, carne, occhi, respiri, in una parola, di superficie. Anche Adriano ha lo stesso tipo di emozioni di superficie. Fino alla tempesta. Improvvisa. La scazzottata, improvvisa come la tempesta, ma ingiustificata se non dal nervosismo impotente di chi è rimasto a terra. Poi il salvataggio dettato dalla pressante smania del setter del nonno e di Adriano e le emozioni incontrollate del lettore. Bella costruzione carica di tensione che determina un ulteriore cambio di registro. Greta e Adriano sentono per la prima volta di essere innamorati, non più emozioni superficiali, ma sentimenti profondi che li portano a decidere per il futuro assieme. E vissero felici e contenti, in Irlanda, con la benedizione del nonno. In generale, un romanzo discreto, che stenta a decollare perché punta soprattutto sulle scene di sesso senza storia. In seguito, quando la storia c'è, le scene di sesso passano in secondo piano rispetto al plot, senza però diminuire in quantità e intensità. E qui risiede il merito dell'autrice, Julia B. Williams, uno pseudonimo forse perché in Italia il sesso è ancora monopolio di puttane e froci.

Consigliato a chi vuole leggere di sesso ben scritto, senza ovvietà e senza turpiloquio, senza per questo penalizzare la vicenda.

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