domenica 28 gennaio 2018

NON PIANGERE

In una giornata di splendido sole tutto appare più bello. Oggi però nevica, quassù sulle Alpi dove vivo da ormai più di due anni. Ma sebbene tutto potrebbe scivolar nella tristezza, sfumata tra gli infiniti toni di azzurro e grigio delle nevi, io sorrido. Quando leggo una cosa buona, infatti mi sento soddisfatta. NON PIANGERE è un libro erotico molto forte che non usa lessico volgare, né immagini ginecologiche per descrizioni di bassa lega, ma solo luminose parafrasi, che merita di essere segnalato assieme ai primi due davvero ad alto gradimento finora letti fra le decine pervenutemi del genere erotico,  IL CLITORIDE CATARO di Leda Gheriglio e LA PASSIONE DI ORNELLA di Nina Vanigli. Trovo incomprensibile che NON PIANGERE non appartenga alla collaudata scuderia del Daniele Aiolfi e la sua casa editrice EROSCULTURA.

Recepisco questo eBook via e-mail a cui rispondo per gentilezza di non essere in grado di garantirne la lettura immediata, essendo stato preceduto da parecchi altri. Ricevo una risposta telegrafica dall'autrice Francesca Petroni che mi lascia impietrita, come provenisse da una Mistress. Brava, mi tenta a tal punto che ne inizio immediatamente la lettura. Evito di conoscerne il genere di appartenenza, perché trovo in generale le etichette ingombranti.

La narrazione debutta con una serie di versi della canzone dei Guns&Rose's che dà il titolo al romanzo. Leggere la sorta di sintesi in quarta di copertina mi fuorvia: sembra un racconto tra l'adolescenziale e il mistero. Invece. Ecco perché imploro sempre gli autori di non aggiungere informazioni al pdf: voglio lasciarmi sorprendere dalla storia così com'è, non perché mi sono state create aspettative. Pazienza. Evito appositamente di vederne booktrailer e note biografiche dell'autrice. Ma so che il libro è autopubblicato, il che mi mette un po' in allarme, avendone letti in precedenza con errori grammaticali, lessicali, di periodo, persino di mancanza di Editor. E, a lettura finita, questa volta devo ammettere che sono io la prevenuta.

La protagonista femminile è una ventenne neodiplomata, Noemi, che viene tratteggiata come una brutta anatroccola abbastanza sfigata e imbranata, ma indomita, con una tecnica inusuale, quella di narrare con il TU. A causa di plurime crisi familiari (morte del padre, madre non danarosa, fratello studente disoccupato), Noemi è costretta a lavorare in un bar notturno. Ma è proprio qui che inizierà la sua storia salvifica, senza che lei stessa se ne renda conto, almeno sulle prime, incontrando Marco, docente universitario dal fascino oscuro e perverso. È un romanzo che affida il suo dipanarsi al progresso evolutivo dei due protagonisti, dove l'uno apprenderà ad amare davvero la vita e le persone, e l'altra capirà che la linea di separazione tra piacere e dolore non è così netta. Assieme arriveranno ad apprezzare che la sofferenza va accolta e combattuta, se non si vuole lasciarsi distruggere. Il loro è un rapporto squisitamente BDSM (“E niente. Alla fine lo fai. Tiri fuori la lingua e lecchi il pavimento. In quel momento, tutte le tue resistenze crollano. La tua mente stacca il controllo e la tua razionalità si ritira in un angolo. Quella sensazione di abbandono, che hai avuto quando la prima volta ti sei inginocchiata davanti a Marco, torna ad accoglierti tra le sue braccia. Ti lasci andare, dimenticando regole, convenzioni, giudizi.”) senza che mai la definizione sia utilizzata (un altro applauso all'autrice), durante la descrizione del quale si è portati a pensare che solo quello sia vero amore: “perché se l'amore non è quello, allora l'amore non esiste”. Qua e là, tocchi di ironia rendono più leggiadra la drammatica storia: “Meglio evitare di pensarci, però, altrimenti va a finire che morirai consumata dai tuoi stessi succhi gastrici” “E ora usciamo, prima che io scivoli via assieme all'acqua.”

Brava ancora la Petroni quando con pochi telegrafici tocchi, rende il sentire psicologico della sub, parlando dei suoi abiti dismessi: “Sono sporchi di solitudine, delusione, sofferenza, resa.” o della differenza che intercorre tra il rapporto di Marco e Noemi rispetto ai cosiddetti “normali”: “Tutte le altre persone stanno guardando il telegiornale a quell'ora, immerse nella quotidianità, nei giorni che passano veloci, gli uni uguali agli altri. Invece tu sei lì con lui e riesci quasi a sentirlo sulla lingua il sapore dell'esistenza”.“E tu riesci solo ad annuire, mentre lui ti spinge contro di sé, e si prende la tua bocca, il tuo corpo e la tua anima.”“Hai l'impressione che i limiti delle tue sensazioni si facciano labili. È puro smarrimento. L'infinito è a un passo e tu ti sei già persa dentro di esso.”

O quando descrive l'utilizzo del corpo della sub Noemi, etero, che non ha nemmeno mai sognato di avere rapporti lesbo, in guisa di piatto per Marco e una Mistress: “Da quel momento il tuo corpo diventa il loro piatto. E, alla fine, tu devi ringraziare il ghiaccio che hai tra le gambe, se non sei ancora impazzita.”
Talvolta, l'autrice cita con cognizione di causa filosofi che hanno cavalcato la storia giungendo fino a noi con le loro teorie, da filosofa qual sono resto affascinata quando Marco disserta circa l'impossibilità di cogliere la verità da parte della mente umana, anche attraverso strumenti unanimamente ritenuti infallibili come le Scienze Esatte o la Filosofia o quando Noemi si interroga circa la vanità della vita: “Hai perso entrambi gli uomini della tua vita e a volte fai ancora la sciocchezza di chiederti perché. Ma poi ti rendi conto di quanta arroganza ci sia in quella domanda. L'universo non pensa a te, non sei niente di fronte alle infinite possibilità che possono riguardare la tua esistenza.”

La vera drammaticità della narrazione scaturisce con la confessione di Marco a Noemi della sua malattia mortale: “Quanto tempo? Riesci a chiedere. Un anno, nella migliore delle ipotesi”.
Nove mesi e un sopraciglio spaccato dopo, il colpo di scena da Happy End, che ha a che vedere con la frase pronunciata da Marco: “Odio i ragni.”

Non credevo di essere così potente.” è l'affermazione di una sub che conferma ciò che da sempre è risaputo nella dualità Master e sub: i sub sono tutt'altro che sottomessi, hanno il potere nelle loro carni di dominare la mente dei loro Master.
È giunto per me il momento di leggere la Bio di Francesca Petroni, che conferma il mio sospetto: studia Filosofia all'Università di Roma Tre, ed ha già pubblicato diversi romanzi. Le dedico il mio apprezzamento incondizionato, per la proprietà di linguaggio, per l'arguzia di sottili osservazioni psicologiche nel rapporto di coppia, per il coraggio di aver pubblicato con il suo vero nome. O Francesca Petroni è lo pseudonimo di una sub? La quinta stellina su GoodReads se la guadagna grazie all'elegante copertina. Su questo sito, però, non è presente la copertina vincente.

Consigliato agli innamorati dell'Amore, agli appassionati delle storie lacrimevoli ma senza le smancerie del cult movie Love Story, ai curiosi di sadomaso leggiadro seppur deciso.

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